#teatro stabile di torino
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FERITO A MORTE
Napoli è una città che ti ferisce a morte o ti addormenta. È questo l’assunto di base e la conclusione del magnifico testo di Raffaele La Capria, adattato per il teatro da Emanuele Trevi e portato in scena in questi giorni al Teatro Strehler di Milano per la regia di Roberto Andò, una coproduzione del Teatro di Napoli,Teatro Nazionale, Teatro dell’Emilia Romagna, Teatro Stabile di Torino. Andò è un napoletano non ortodosso, se mi si passa il termine, ovvero uno di quei napoletani, la cui “napolitanità” (io lo chiamerei di più “napoletanismo”) non gli ottunde le facoltà mentali e quindi non gli impedisce una visione critica della “capitale del Mezzogiorno d’Italia”. Appartiene cioè a quella schiera di artisti, registi, musicisti che, lontani dal manicheismo di maniera e dal facile folklore che ormai sembra dominante quando si cita Napoli, sa guardare in profondità i vizi e i vezzi della società e della popolazione napoletana. In realtà l’elenco potrebbe essere piuttosto nutrito e potrebbe comprendere registi come Paolo Sorrentino e Mario Martone, scrittori come Roberto Saviano, attori come Tony Servillo, ma anche musicisti come Peppe Barra o il compianto Pino Daniele. E così Andò ha scelto di trasporre per il teatro il romanzo di un napoletano, critico per eccellenza, quale fu Raffaele La Capria, scomparso nel giugno scorso e vincitore dello Strega nel 1961. Un romanzo che “parla di tutto e di niente” come dice lo stesso regista. Aggiungerei che di quel tutto e di quel niente, il romanzo parla estremamente bene. Il giorno della sua partenza da Napoli, un uomo, Massimo (Andrea Renzi), si lascia andare al ricordo di fatti, circostanze e parole, tante parole, del periodo compreso tra il 1943 e il 1951, raccontati attraverso i discorsi di un gruppo di persone, parenti tra loro, ma anche amici e amici degli amici, su una terrazza di un circolo partenopeo frequentato dalla buona borghesia della città e dai fantasmi di una nobiltà appena decaduta, ma sempre presente. C’è la Storia e c’è il ricordo intimo, ci sono gli intrighi e i segreti, c’è la memoria e la logorrea di una società borghese napoletana che, se non ancora disfatta, è in via di disfacimento. Questo è, a mio modo di vedere, il grande merito di La Capria, quello di saper vedere Napoli in maniera ferocemente critica senza cedere alle solite sirene del sentimentalismo e, soprattutto, della retorica. Del resto anche il teatro del grande Eduardo, al di là dei facili entusiasmi, è un teatro che ci restituisce una Napoli fortemente umana e allo stesso tempo lacerata da sentimenti che, qualche volta, sembrano provenire dall’essenza stessa della città. Nei desideri di alcuni protagonisti c’è Milano, come alternativa del fare, di fronte ad una città senza reali prospettive. Su un romanzo bellissimo interviene la grande maestria con cui Emanuele Trevi ha saputo far diventare la parola romanzesca, una parola teatrale, operazione complessa e alquanto pericolosa. Una scena articolata su due livelli la terrazza nella parte superiore e il salone del circolo (ma anche i salotti e le camere dei personaggi) in quella inferiore e in più un “avamposto-dormeuse” posto sul ciglio del palco dal quale spesso il Massimo, adulto, guarda alla scena come ad una rimemorazione nostalgica o fastidiosa. Ottima quindi la soluzione per cui ha optato lo scenografo Gianni Carluccio di ricorrere, sapientemente, all’aggiunta di un velario semi trasparente, sul quale scorrono fondali marini che rimandano, oltre che alla fisionomia della città di mare, anche all’inconscio “placentico” del protagonista. Peccato per le poche repliche proposte dallo Strehler, per uno spettacolo che meriterebbe molte più rappresentazioni.
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Bari: in arrivo DAB 24 - Danza a Bari Spring dal 18 aprile al 23 maggio
Bari: in arrivo DAB 24 - Danza a Bari Spring dal 18 aprile al 23 maggio Primavera a Bari è DAB 24 - DanzaABariSPRING, la rassegna di danza contemporanea del Comune di Bari - Assessorato alle Culture in collaborazione col Teatro Pubblico Pugliese che si svolge quest'anno dal 18 aprile al 23 maggio per riprendere poi nella versione FALL il 5 novembre. Quattro gli appuntamenti, tutti al Teatro Kismet, e un quinto momento, a coronare il successo della scorsa edizione, dedicato al Premio Danza al Piccinni - II Edizione, il progetto di promozione dedicato alle scuole di danza ideato dall'assessorato alle Culture e dal Teatro Pubblico Pugliese, a cura di AltraDanza/Domenico Iannone. L'intero cartellone, i temi portanti, i particolari del contest del Premio danza al Piccinni e le iniziative legate alle nuove strategie di accessibilità e inclusività degli spettacoli di danza in città saranno illustrati nel dettaglio mercoledì 10 aprile a Palazzo di Città in una conferenza stampa. DAB comincerà giovedì 18 aprile con una doppia coreografia nell'ambito del progetto RIC.CI, Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni '80 e '90 ideato da Marinella Guatterini che mette in moto la memoria della danza di quegli anni. Si tratta del riallestimento, a cura di Marianna Troise e Susanna Sastro, di due spettacoli importanti degli anni'80 di Marianna Troise: Fragili film /Solo agli specchi (KÖRPER | Centro Nazionale di produzione della danza), con le musiche originali di Daniele Sepe e l'interpretazione Maria Avolio, Mariapia Capasso, Sara Foglia, Ludovica Zoina. La serata vede la coproduzione del Campania Teatro FestivalconFondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee / Ravenna Festival / Torinodanza festival | Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, in collaborazione con: Amat - Associazione Marchigiana Attività Teatrali / Teatro Pubblico Pugliese - Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura / Fondazione Toscana Spettacolo onluse con Fondazione Milano - Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Il giorno dopo, venerdì 19 aprile, il Balletto Teatro di Torino con Faun*, ideazione e coreografia di Mauro de Candia, danzatori e danzatrici Nadja Guesewell, Luca Tomasoni, Noa Van Tichel, Luis Agorreta. Col sostegno alla produzione Città di Barletta, in collaborazione con Piemonte dal Vivo nell'ambito del progetto residenze coreografiche Lavanderia a Vapore & Teatro Pubblico Pugliese - Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura Il 23 aprile il pubblico potrà assistere al contest della seconda edizione del Premio danza al Piccinni, esibizione dei lavori delle scuole di danza dell'area metropolitana di Bari che si stanno candidando a partecipare in questi giorni tramite una call "aperta" (senza limitazioni numeriche). Nella serata del 23, alla presenza del pubblico, una competente commissione artistica valuterà e selezionerà i vincitori che danzeranno sul palcoscenico del Piccinni il 2 novembre prossimo. "Il Premio Danza al Piccinni giunge alla seconda edizione per favorire i talenti che nascono e crescono nelle tante scuole di danza baresi - spiega l'assessora alle Culture Ines Pierucci -. Il Piccinni in passato è stato teatro di saggi di scuole di danza che ancora oggi aprono la possibilità a tanti danzatori e danzatrici del territorio, alcuni dei quali diventati famosi in tutto il mondo. Questo premio, dunque, è un importante duplice riconoscimento e rappresenta una mano tesa dall'assessorato alla Cultura ai danzatori e le danzatrici e alle tante scuole, il nido in cui nasce la consapevolezza di tante bambine e bambine e in cui cresce la consapevolezza delle scelte che si compiono nella propria vita. Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti, ma ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente disorientati, e non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza". Gli altri due momenti della rassegna sono previsti a maggio. Il 22 maggio il programma ospita l'esclusiva nazionale di Equilibrio Dinamico Ensemble & la compagine inglese Verve. Una serie di sei coreografie sotto la guida di Roberta Ferrara per Equilibrio Dinamico e Matteo Marfoglia per Verve. Una programmazione con firme internazionali che vede in scena 34 danzatori di diverse nazionalità, in creazioni di coreografi in voga nel panorama internazionale della danza contemporanea. I titoli dei lavori: People used to die; Forget-me-not; A field of beauty; Funkey; Lumina prima o sul far della sera; Hi, love, bye, coreografie di: il collettivo di coreografi e artisti visivi (La)Horde, Joy Alpuerto Ritter, Matteo Marfoglia (direttore di Verve), Gianni Notarnicola, pugliese nato a Monopoli, unico danzatore italiano per la Batsheva Dance Company di Tel Aviv, Lucrezia Maimone fondatrice, direttrice e performer della compagnia under 35 Oltrenotte, Miguel Altunaga Verdecia. Il giorno dopo, 23 maggio, unica tappa in Puglia per la produzione di Nina ETS, concept del coreografo pugliese Davide Valrosso: Sulla nostra pelle|cinque gesti per il futuro, accompagnato da musiche dal vivo ispirate alle composizioni di Pietro Mascagni. Serata che vedrà subito dopo una proiezione di un video sulla genesi dello spettacolo e un talk su arte e disabilità con lo stesso Valrosso, Elisa Barucchieri e Giulio De Leo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Teatro, Graziano Piazza nuovo direttore dello Stabile di Catania
Graziano Piazza è il nuovo direttore del Teatro Stabile di Catania. Attore e regista prevalentemente teatrale, nato a Domodossola e cresciuto a Torino, ma con ascendenze catanesi, è stato nominato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione dello Stabile. «Siamo certi – ha affermato la presidente del Cda, Rita Gari Cinquegrana – che Graziano Piazza guiderà il nostro Teatro Stabile con mano…
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Finestre a Torino
Il 24, 25, 26 e 27 ottobre alle 21 presso la Casa Circondariale di Torino è da non perdere Finestre, lo spettacolo del laboratorio teatrale annuale realizzato con la partecipazione dei detenuti e delle detenute. La serata, a partecipazione gratuita, sarà un viaggio nell’annichilimento della condizione carceraria, vissuta con disperazione, che è contrapposta alla speranza, emozione che nasce con il tempo e che si nutre dello scambio tra persone e, nel caso del carcere, tra chi sta fuori e chi invece è dietro le sbarre. Finestre, diretto dal regista Claudio Montagna, è il risultato di un progetto condotto a Torino dalla Compagnia Teatro e Società, con la Scuola sui Mestieri del Teatro nell’ambito del progetto Per Aspera Ad Astra, come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, con il coordinamento di ACRI e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. Il laboratorio è stato realizzato con il sostegno organizzativo e la collaborazione del Primo Liceo Artistico di Torino, dell’IPIA Plana – Casa Circondariale di Torino, dell’IIS Giulio e del Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale. Il progetto permanente di laboratorio teatrale è stata promosso dalla Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno ed è stato sostenuto dal 1993 dall'Assessorato alla Cultura della Città di Torino. Da sempre diretto da Claudio Montagna, con la conduzione dei laboratori teatrali di Franco Carapelle di Teatro e Società, oggi il gruppo è sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, curando regolari attività di laboratorio con i detenuti e culmina con eventi teatrali aperti al pubblico, finalizzati all'incontro tra detenuti e società civile. Dal 2013 la collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino - Cattedra di Sociologia del Diritto del prof. Claudio Sarzotti, ha dato il via al laboratorio con gli studenti iscritti al primo anno. Nel 2018-2019, nell'ambito del progetto è stato proposto l'evento teatrale Il re di zucchero. Il progetto è proseguito nel biennio 2020-2021 con la realizzazione dell'evento Sette lettere più una, nel 2022 con lo spettacolo Trolley e nel 2023 con lo spettacolo Finestre, sempre presso il teatro della Casa Circondariale di Torino. Read the full article
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Roy Paci annuncia la sua assenza nel nuovo spettacolo su Fred Buscaglione del Teatro Stabile di Torino
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Edoardo Cerea - La lunga strada
La Title Track del quarto album del cantautore piacentino
Le domande della vita, o meglio di una vita, che si affastellano nella mente lungo l’autostrada
«Ero in viaggio sull’autostrada del sole, sotto una fitta nevicata in direzione Ferrara dove avrei suonato la sera. Durante quel viaggio vengo assalito da un vortice di domande che mi hanno portato a fare una serie di riflessioni sui desideri, sulle passioni, sulla loro effettiva opportunità e possibilità di realizzazione e sulle energie che ancora mi andava di spendere in alcuni percorsi, in primis la musica. Lì, su quel tratto di autostrada, ho iniziato a domandarmi se tutto questo avesse ancora un senso per me: ore ed ore di macchina, scendere, scaricare, attaccare, fare i suoni, salire su un palco e prepararmi a fare ascoltare, o almeno provare a fare ascoltare, la mia musica a quelle persone che, presumibilmente, erano lì per tutt’altro» Edoardo Cerea Tutte le frasi di questa canzone finiscono con il punto di domanda. La vita reale, sul palco e giù dal palco, darà le risposte a queste domande.
Autoproduzione Radio date: 4 aprile 2023 Release album: 27 ottobre 2022
Edoardo Cerea, cantautore piacentino, debutta come autore nel 2004, dopo una lunga esperienza da interprete, con l’album “Come se fosse normale“, edito dalla BMG RICORDI e arrangiato dal musicista e produttore torinese Mario Congiu. Contemporaneamente, è anche la voce del fortunato tributo a Luigi Tenco “L’aria triste che tu amavi tanto”, spettacolo allestito da Assemblea Teatro (Teatro Stabile di Innovazione di Torino). Da questo spettacolo, sono stati tratti due CD ed è stato realizzato un tour, che per due stagioni è stato presente nei teatri di tutta Italia. Il 29 gennaio 2008 esce “Disperanza“, il secondo disco, edito dall’etichetta indipendente “La Locomotiva”. Nel giugno 2010 prende vita l’idea di realizzare un mini-album, dal titolo: “Edoardo Cerea acoustic trio“. Il disco contiene sei brani già editi nei due cd precedenti-totalmente rivisitati. Il 18 ottobre 2015, esce il terzo album dal titolo “E’ meglio se continuo a cantare”, prodotto da Fabrizio Naniz Barale (Ivano Fossati, Yo Yo Mundi): tra le tracce, anche un duetto con Francesco Di Bella (24 Grana).
Nel mese di ottobre 2017 sbarca in Uruguay la tournée che rende omaggio a Luigi Tenco, con le serate al Teatro “Maccio” di San Josè de Mayo e al Teatro “Verdi” di Montevideo, nell’ambito del festival internazionale FIDAE. Nel mese di ottobre del 2018, Assemblea Teatro è di nuovo chiamata a ricordare il talento di Luigi Tenco in ambito internazionale: il cantautore è ricordato in un concerto a La Valletta (Malta), in occasione della Settimana della lingua Italiana nel mondo/La Valletta capitale Europea della Cultura. Nel dicembre del 2020 pubblica il singolo “I ragazzi del 2020”, un omaggio alla coraggiosa generazione di giovani e giovanissimi ad alla loro vitale reazione alla pandemia. Il 30 giugno 2022 esce “Meno male che ci sei” il primo singolo (con videoclip) del nuovo album previsto invece per l’autunno. Il 15 settembre esce il secondo singolo, (con videoclip) “Incallito Sognatore”. Il 27 ottobre 2022 “La Lunga Strada” nuovo album di inediti contenente 10 brani e una bonus track.
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Workshop e Lab di ActorsPoetryFestival 11th
Azioni di formazione e interventi di educazione e promozione presso il pubblico e i giovani, continuano l'attività annuale realizzata anche attraverso rapporti con Università. Presentiamo i Workshop di ActorsPoetryFestival 11th.
Azioni di formazione ed interventi di educazione e promozione presso il pubblico e i giovani, continuano l’attività annuale realizzata anche attraverso rapporti con Università, enti di formazione e scuole. Presentiamo i Workshop di ActorsPoetryFestival 11th, un’occasione per conoscere i molti settori dello spettacolo e delle filiere produttive ed educative. Nell’area del Dubbing Glamour Festival…
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il mito degli italiani che non vanno a teatro
oggi il Teatro Stabile (Torino) ha aperto le prevendite dei suoi spettacoli con l'offerta (limitata) in cui TUTTI i biglietti costano 10 euro.
sono le 19 e hanno quasi esaurito i posti di tutta la stagione per tutte le sere.
ma agli italiani non piace il teatro, mi dicono.
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Appello per la liberazione immediata di Dana Lauriola firmato da oltre un centinaio di membri del corpo accademico, giuristi, intellettuali ed esponenti del mondo della cultura. Dana, attivista notav, è detenuta in carcere da ormai quasi sei mesi per aver parlato in un megafono durante una manifestazione contro il raddoppio della Torino-Lione
Alla Ministra della Giustizia
prof. Marta Cartabia
Al Garante nazionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale
Mauro Palma
Al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale per il Piemonte
Bruno Mellano
e, per conoscenza
Al Tribunale di sorveglianza di Torino
Dana Lauriola, militante No Tav, è in carcere dal 17 settembre 2020 ‒ e, dunque, da quasi sei mesi ‒ in esecuzione di una condanna a due anni di reclusione per il reato di violenza privata (per il quale, con il bilanciamento tra aggravanti e attenuanti, la pena prevista dalla legge parte da 15 giorni).
I fatti per cui è stata condannata risalgono a nove anni fa e sono stati commessi nel corso di una manifestazione di protesta e di solidarietà con Luca Abbà, agricoltore valsusino in quei giorni in bilico tra la vita e la morte dopo essere rimasto folgorato su un traliccio dell’alta tensione su cui si stava arrampicando, inseguito da un agente di polizia, in un’azione dimostrativa contro l’apertura del cantiere della Nuova linea ferroviaria Torino-Lione. La manifestazione si concluse con il blocco, per alcuni minuti, delle sbarre dei caselli di accesso all’autostrada Torino-Bardonecchia. Il danno subito dalla società concessionaria dell’autostrada per il mancato pagamento del pedaggio da parte degli automobilisti in transito è stato quantificato dal tribunale in 777 euro e a Dana Lauriola è stato contestato «di avere, usando un megafono, intimato agli automobilisti di transitare ai caselli senza pagare il pedaggio, indicando le ragioni della protesta». Diventata definitiva la sentenza, Dana Lauriola ha chiesto di scontare la pena in misura alternativa, ma il Tribunale di sorveglianza di Torino ha respinto l’istanza, pur in assenza di precedenti condanne definitive e nonostante l’esistenza di un lavoro stabile di notevole responsabilità e le valutazioni ampiamente favorevoli dei servizi sociali dell’amministrazione della giustizia. La motivazione del rigetto è che Dana Lauriola «non ha preso le distanze» dal movimento No Tav e che il suo domicilio «coincide con il territorio scelto come teatro di azione dal movimento No Tav, il quale ha individuato il cantiere di Chiomonte per la realizzazione della futura linea dell’Alta Velocità come scenario per frequenti manifestazioni e scontri con le Forze dell’ordine».
La vicenda ci lascia sbigottiti/e e preoccupati/e, come cittadini e cittadine impegnati/e nell’associazionismo, nella politica, nell’informazione, nel mondo dell’arte e della cultura. Per la sorte di Dana e per il trattamento del dissenso nel nostro Paese.
Non entriamo, qui, nel merito della qualificazione giuridica dei fatti e di altri aspetti (pur inquietanti) inerenti la ritenuta responsabilità di Dana e la concezione del concorso di persone nel reato sottesa alla condanna, ma denunciamo, da un lato, l’evidente sproporzione tra i fatti (commessi senza violenza alle persone e con un danno patrimoniale di assoluta modestia) e la pena e, dall’altro, la sorprendete anomalia della mancata concessione di una misura alternativa al carcere (pur consentita dalla legge e coerente con le condizioni soggettive di Dana). Il nostro stupore e la nostra preoccupazione, poi, aumentano guardando alle motivazioni con cui l’istanza di misura alternativa è stata respinta: Dana non può beneficiare della pena alternativa e, quindi, merita il carcere per aver tenuto fermi i propri «ideali politici» e la propria opposizione al Tav e perché abita nella valle in cui ci sono i suoi affetti, i suoi interessi, i suoi compagni di vita e di militanza!
Percepiamo la carcerazione di Dana come una grave ingiustizia sul piano personale e come un pesante attacco alla libertà di tutti di manifestare ed esprimere le proprie idee e di dissentire da scelte politiche ritenute sbagliate e dannose. La nostra denuncia e la nostra preoccupazione sono condivise dalla grande maggioranza di una valle che da trent’anni chiede inutilmente di essere ascoltata e da molti cittadini e cittadine che non sono contrari alla Nuova linea ferroviaria ma hanno a cuore le libertà e i diritti fondamentali.
Per questo vi chiediamo, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, di adottare ogni iniziativa utile a favorire l’immediata scarcerazione di Dana: per porre rimedio a un’ingiustizia in atto, per dare un segnale di attenzione ai temi implicati dalla vicenda, per ripristinare condizioni di agibilità politica anche (e soprattutto) per chi dissente.
4 marzo 2021
FIRMATARI
1) Maria Luisa Boccia (Centro per la Riforma dello Stato)
2) Daniela Dioguardi (Udipalermo)
3) Ketty Giannilivigni (Udipalermo)
4) Franco Ippolito (Fondazione Basso)
5) Livio Pepino (Volere la luna, Edizioni Gruppo Abele)
6) Tamar Pitch (Università di Perugia)
7) Grazia Zuffa (Società della ragione)
8) Alessandra Algostino (Università di Torino)
9) Stefano Anastasia (Università di Perugia)
10) Gaetano Azzariti (Università di Roma La Sapienza)
11) Letizia Battaglia (fotografa)
12) Mauro Biani (vignettista)
13) Alessandra Bocchetti (saggista)
14) Luciana Castellina (politica e scrittrice)
15) Franco Corleone (già sottosegretario alla Giustizia)
16) Maura Cossutta (Casa internazionale delle donne)
17) Maria Rosa Cutrufelli (scrittrice)
18) Teresa Degenhardt (Queen’s University, Belfast, Studi sulla Questione criminale)
19) Giuseppe De Marzo (Libera – Rete dei Numeri Pari)
20) Ida Dominijanni (filosofa e giornalista)
21) Claudio Fava (presidente Commissione antimafia Regione Sicilia)
22) Lorenzo Fazio (direttore editoriale casa editrice Chiarelettere)
23) Luigi Ferrajoli (Università di Roma3)
24) Angelo Ficarra (Anpi, Palermo)
25) Marcello Fois (scrittore)
26) Maria Grazia Giammarinaro (magistrata)
27) Elisabetta Grande (Università del Piemonte orientale)
28) Sabina Guzzanti (attrice e regista)
29) Loredana Lipperini (giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica)
30) Luigi Manconi (A Buon Diritto)
31) Lea Melandri (saggista)
32) Luca Mercalli (climatologo e giornalista scientifico)
33) Paolo Mondani (giornalista)
34) Tomaso Montanari (Università per stranieri di Siena)
35) Michela Murgia (scrittrice)
36) Francesco Pallante (Università di Torino)
37) Giovanni Palombarini (già magistrato)
38) Valeria Parrella (scrittrice)
39) Mariella Pasinati (Udipalermo )
40) Valentina Pazé (Università di Torino)
41) Marco Revelli (Università del Piemonte orientale)
42) Maria Concetta Sala (Udipalermo, Palermo)
43) Giorgia Serughetti (filosofa politica)
44) Evelina Santangelo (scrittrice)
45) Vincenzo Scalia (Università di Winchester, Studi sulla Questione criminale)
46) Anita Sonego (presidente Casa delle donne Milano)
47) Armando Sorrentino (avvocato)
48) Sergio Staino (vignettista)
49) Vittorio Teresi (già magistrato)
50) Chiara Valerio (scrittrice)
51) Simone Furzi, ricercatore
52) Laura Cima, ecofemminista
53) Alberto Castiglione, regista
54) Alessandra Sarchi, scrittrice
55) Helena Janeczeck, scrittrice
56) Teresa Ciabatti, scrittrice
57) Rossella Milone, scrittrice
58) Caterina Bonvicini, scrittrice
59) Hamid Ziarati, scrittore
60) Elvira Seminara, scrittrice
61) Marta Bellingreri, reporter l’Espresso, Al-Jazeera English
62) Alessio Mamo, fotoreporter l’Espresso, Guardian
63) Vittoria Tola, UDI
64) Giulia Potenza, avvocata, responsabile nazionale UDI
65) Adriana Laudani, avvocata
66) Emma Dante, regista
67) Valentina Chinnici, insegnante, consigliera comunale Palermo
68) Lorenzo Teodonio, fisico climatologo
69) Lorenzo Coccoli, storico
70) Rita Di Leo, docente di relazioni internazionali
71) Giulio De Petra, docente di tecnologie digitali
72) Carmelo Caravella, sindacalista Cgil
73) Luisa Simonutti, ricercatrice di filosofia politica, Cnr
74) Alessandro Montebugnoli, economista
75) Bianca Pomeranzi, esperta di cooperazione e politiche di genere
76) Fulvia Bandoli, politica ecologista
77) Mario Dogliani, costituzionalista
78) Alberto Olivetti, filosofo di estetica
79) Caterina Botti, filosofa morale
80) Laura Bazzicalupo, filosofa politica
81) Claudio De Fiores, costituzionalista
82) Chiara Giorgi, storica
83) Laura Ronchetti, costituzionalista
84) Nicola Genga, Ministero dei Beni culturali,
85) Rocco D’Ambrosio, sacerdote filosofo politico
86) Giuseppe Cotturri, docente di teoria del diritto e delle istituzioni
87) Stefania Vulterini, saggista
88) Emilio Giannelli avvocato
89) Gisella Modica Udipalermo
90) Giovanna Martelli, già parlamentare
91) Claudia Pedrotti, avvocata Udipalermo
92) Rita Barbera, già direttora istituti di pena
93) Elvira Rosa, coordinamento antiviolenza palermo
94) Gisella Costanzo, attrice
95) Sandra Rizza, giornalista
96) Laura Piretti, UDI
97) Alida Castelli, UDI
98) Liviana Zagagnoni, UDI
99) Pina Mandolfo, operatrice culturale
100) Francesca Traina, Udipalermo
101) Loredana Rosa, Il femminile è politico: potere alle donne
102) Rita Calabrese, Udipalermo
103) Marina Leopizzi, Udipalermo
104) Giovanna Minardi, docente Università Palermo
105) Mimma Grillo, Forum antirazzista Palermo
106) Ida La Porta, Udipalermo
107) Bice Grillo, Udipalermo
108) Toni Casano, redattore Pressenza
109) Alessandra Notarbartolo, coordinamento antiviolenza Palermo
110) Agata Schiera, Udipalermo
111) Beatrice Monroy, scrittrice
112) Emi Monteneri, Udipalermo
113) Angela Militello, Udipalermo
114) Etta Sgadari, Udipalermo
115) Elena Diliberto, Udipalermo
116) Mimma Argurio (segretaria generale Fisac Sicilia)
117) Elvira Morana (CGIL Sicilia)
118) Anna Maria Tirreno (segretaria Camera del lavoro CGIL Palermo)
119) Rita D’Ippolito (insegnante in pensione)
120) Rosario Nicchitta (architetto)
121) Novella Nicchitta (formatrice)
122) Ornella Russo (insegnante)
123) Anna Di Salvo (Città Felice, Rete la Ragna-Tela)
124) Enza Longo (Coordinamento antiviolenza 21luglio Palermo)
125) Maria Rosa Turrisi (preside in pensione)
126) Angela Galici (Coordinamento antiviolenza 21 luglio Palermo)
127) Simona Sorrentino (medica)
128) Elvira Rosa (Il femminile è politico: potere alle donne)
129) Gemma Infurnari (UDIPalermo)
130) Elisa Romano (Università di Pavia)
131) Maddalena Giardina (avvocata, UDIPalermo)
132) Anna Marrone (docente, UDIPalermo)
133) Emilia Martorana (Coordinamento antiviolenza 21luglio Palermo)
134) Katia Orlando (insegnante, consigliera comunale Palermo)
135) Maria Concetta Pizzurro (UDIPalermo)
136) Silvia Miceli, docente (UDIPalermo)
137) Maria Grazia Patronaggio (Le Onde onlus)
138) Valeria Andò (docente Università di Palermo)
139) Benita Licata (dirigente Scolastica)
140) A. Maria Catalano (dirigente Scolastica)
141) Gaia Nicita (docente)
142) Valeria Ferrauto (docente)
143) Margherita La Porta (funzionaria MEF)
144) Giusi Vacca (agente pubblicitaria)
145) Flora Arcuri (docente)
146) Cetti Iovino (imprenditrice agricola)
147) Alessandra Jaforte (docente)
148) Claudia La Franca (architetta)
149) Virna Chessari (docente)
150) Gilda Messina (docente)
151) Valeria Adamo (docente)
152) Giorgia Calì (docente)
153) Nadia Saputo (docente)
154) Claudia Calzolari (docente)
155) Gabriella Pucci (imprenditrice agricola)
156) Daniela Gennaro (dirigente scolastica)
157) Cristina Fatta del Bosco (imprenditrice agricola)
158) Amelia Crisantino (docente/scrittrice)
159) Anna Maria Ruta (dirigente scolastica)
160) M. Antonietta Spadaro (storica dell’arte)
161) Anna Cottone (docente Università Palermo)
162) Tommaso Di Caccamo (redattore tecnico)
163) Agostina Passantino (bibliotecaria)
164) Licia Masi (pensionata, operatrice sociale volontaria)
165) Rossella Reyes (dipendente regionale)
166) Sabina Cannizzaro (pensionata regionale)
167) Cristina Pecoraro (pensionata regionale)
168) Rosalba Rinaudo (insegnante in pensione)
169) Carmelo Lucchesi (insegnante in pensione)
170) Francesca Citarrella (operatrice sociale)
171) Laura Zizzo (guida turistica)
172) Michela Fiore (casalinga)
173) Antonia Cascio (pensionata)
174) Adriano Di Cara (ingegnere)
175) Antonino Di Cara (operatore sociale)
177) Sandra Giovanna Cascio (casalinga)
178) Alessandra Bruno (avvocata)
179) Emilia Esini (Maghweb)
180) Gabriele Tramontana (Maghweb)
189) Fabrizio Cacciatore (Maghweb)
190) Vincenzo Allotta (Maghweb)
191) Sofia Calderone (Maghweb)
192) Epifania Lo Presti (Maghweb)
193) Elisa Chillura (Maghweb)
194) Chiara Ercolani (Maghweb)
195) Marianna Castronovo (Maghweb)
196) Giuseppe Grado (Maghweb)
197) Marta Cutrò (docente)
198) Sebastiana Zangla (docente)
199) Maria Clara Provenzano (docente)
200) Maria Oliva Caldarella (docente)
201) Emanuela Bajardi (docente)
202) Candida Di Franco (docente)
203) Alessandra Martorana (docente)
204) Gabriella Costanzo (docente)
205) Teresa Burderi (docente)
206) Elvira Leone (pediatra)
207) Gisella Duci (docente)
208) Maria Di Chiara (docente)
209) Donatella Lombardo (docente)
210) Francesca Koch (storica)
211) Francesca Martino (musicista)
212) Ugo Mattei (Università di Torino, Generazioni Future)
Per adesioni:
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Visione consigliata e illuminante. Sono bravissimi!
Idealmente lo dedico a tutti i giovani partigiani che hanno combattuto sulle nostre montagne.
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IL CROGIUOLO
“Il crogiuolo” di Arthur Miller è una possente pièce teatrale fatta di parole, spesso di parole urlate, ma pur sempre di parole. Un po’ come tutto il teatro di Arthur Miller. Costruire o, come in questo caso, ri-costruire vicende con la sola forza delle parole e con un ricorso minimo alle azioni sceniche, è molto difficile e difficile anche per un regista che vede i suoi spazi di manovra ridotti al minimo. Prova brillantemente superata per lo Stabile di Torino e per il regista, Filippo Dini che hanno debuttato a Milano, qualche sera fa, al Teatro Strehler con il cupo dramma di Miller. Sulla scena si racconta una vicenda della caccia alle streghe, forse la più nota, quella che si svolse nel 1692 a Salem (Massachusetts), piccola comunità urbana, dove un gruppo di donne viene accusato di stregoneria a causa di comportamenti anticonformisti e stravaganti. Dramma scritto da Miller in pieno maccartismo e che porta quindi con sé una doppia cifra di lettura, quella degli accadimenti della fine del XVII secolo e quella della nuova “caccia alle streghe” (comuniste), dell’America degli anni Cinquanta, cifra di lettura che, volendo, diventa utilizzabile per tutte le persecuzioni passate, presenti e future, che si tratti di dissidenti politici o di rave party… Gli abitanti della piccola città di Salem si ingarbugliano in una inestricabile spirale fatta di sospetti, accuse e testimonianze false, dove tutti divengono accusati e accusatori, in preda ad una paradossale psicosi collettiva di odio ed isteria. Il regista Filippo Dini, che veste anche i panni di Proctor, uno dei protagonisti della vicenda,( ossia colui che decide di rompere la catena psicotica di accusa-confessione), sceglie un allestimento scarno ed essenziale per lasciare parlare il testo (nella storica traduzione italiana di Masolino D’Amico), affidando ad una chitarra elettrica vagamente country-blues, un rarefatto, ma azzeccato commento sonoro, su una scena di perenne desolazione urbana ed umana Lo spettacolo si replica fino al 10 novembre allo Strehler.
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Emilia-Romagna, Il nuovo spettacolo di Valter Malosti con Anna Della Rosa dall’opera di William Shakespeare Antonio e Cleopatra
Emilia-Romagna, Il nuovo spettacolo di Valter Malosti con Anna Della Rosa dall’opera di William Shakespeare Antonio e Cleopatra Antonio e Cleopatra di William Shakespeare è un’opera raramente rappresentata in Italia, ma è tra le vette poetiche del corpus drammatico dell’autore, un’occasione per il pubblico e gli appassionati di confrontarsi con un capolavoro sconosciuto ai più, anche grazie alla nuova traduzione italiana in versi di Nadia Fusini e Valter Malosti. È questo il testo che Malosti, il direttore di ERT / Teatro Nazionale, sceglie per la sua nuova regia, in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena dal 10 al 14 gennaio, e subito dopo a Bologna al Teatro Arena del Sole dal 17 al 21 gennaio. La tournée proseguirà nelle principali città italiane fino a giugno, chiudendosi al Piccolo Teatro di Milano. Lo spettacolo è una produzione di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura. In occasione della replica di sabato 13 gennaio alle ore 16.30 al Teatro Storchi è in programma un incontro con Valter Malosti, Anna Della Rosa e Nadia Fusini, moderato dal docente e coordinatore del corso di Laurea in Discipline della musica e del teatro dell’Università di Bologna Enrico Pitozzi, nell’ambito del ciclo Conversando di Teatro. Nei panni dei due protagonisti, lo stesso Malosti e Anna Della Rosa, già finalista ai Premi Ubu 2021 come miglior attrice per la sua interpretazione della regina d’Egitto in Cleopatràs, il primo dei Tre lai di Giovanni Testori, con la regia di Valter Malosti. Con loro, un ampio cast che vede insieme attrici e attori affermati e giovani talenti (Danilo Nigrelli, Dario Battaglia, Massimo Verdastro, Paolo Giangrasso, Noemi Grasso, Ivan Graziano, Dario Guidi, Flavio Pieralice, Gabriele Rametta, Carla Vukmirovic). Per la messa in scena il regista collabora con alcuni fra i migliori professionisti del teatro italiano, tra cui i premiati agli Ubu 2023 Margherita Palli (scenografa), Cesare Accetta (direttore della fotografia e light designer) e GUP Alcaro, sound designer che affianca i lavori di Malosti da due decenni, vincitore per il progetto sonoro di Lazarus. I costumi sono di Carlo Poggioli, candidato ai Nastri d'Argento, ai David di Donatello e ai BAFTA; e la cura del movimento è del regista e coreografo Marco Angelilli. Antonio e Cleopatra Valter Malosti si confronta con Antonio e Cleopatra dopo un lungo e appassionato percorso shakespeariano. Tra gli spettacoli: Shakespeare/Venere e Adone (Premio ANCT 2009), Lo stupro di Lucrezia (Premio Ubu 2013 a Alice Spisa), Amleto, Shakespeare/Sonetti, Macbeth. Nel 2022 Einaudi pubblica nella collana di Poesia la sua traduzione de I Poemetti. «I due straripanti protagonisti – spiega Valter Malosti – eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà. Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano vanno oltre la ragione e ai giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere. Di Antonio e Cleopatra – prosegue il regista – la mia generazione ha impresso nella memoria soprattutto l’immagine, ai confini con il kitsch, e vista attraverso la lente d’ingrandimento del grande cinema (grande davvero vista la regia di Joseph L. Mankievicz) di Hollywood, della coppia Richard Burton / Liz Taylor. Ma su quest'opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, su questo meraviglioso poema filosofico e mistico (e alchemico) che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana, aleggia, per più di uno studioso, a dimostrarne la profonda complessità, l’ombra del nostro grande filosofo Giordano Bruno: un teatro della mente». La storia d’amore tra Antonio e Cleopatra permette a Shakespeare di raccontare l’incontro e il conflitto tra Oriente e Occidente, un conflitto politico ma anche scientifico. Nel 1580 infatti Giordano Bruno si trovava in Inghilterra, qui recuperò le scienze astronomiche degli antichi egizi e diffuse nella cultura occidentale le sue teorie rivoluzionarie che gli sarebbero poi costate la vita. Per Antonio conoscere Cleopatra – un “Serpente del vecchio Nilo” che siede in trono rivestita del manto di Iside – è ciò che dà un senso al viaggio della vita, nell’incontro con Cleopatra Antonio nasce pienamente a sé stesso. Quanto a Cleopatra, scrive Nadia Fusini, «oltre che Didone e Iside, è una zingara, è la grande prostituta d’Oriente, un’anticipazione di Isolde, la donna “strana” e straniera dei Proverbi, la “lussuriosa” di Dante, la “fedele” in amore di Chaucer, la puttana di Cesare, e ora l’amante di Antonio. Ma soprattutto, ora, in questo dramma, è la sacerdotessa di un’azione drammatica da cui sgorga ancora e di nuovo l’antica domanda, che già ossessionava Zeus e Era: in amore chi gode di piú? l’uomo o la donna? e chi ama di piú, gode forse di meno? E tra gli amanti, chi riceve di piú? Sono domande che nella logica dell’economia erotica con cui Shakespeare gioca esplodono con fragore dissolvendo pretese macchinazioni puritane volte a legiferare in senso repressivo sulla materia incandescente dell’eros». Antony and Cleopatra, come ci suggerisce il docente, traduttore e poeta Gilberto Sacerdoti, è un prisma ottico: «Se viene osservato solo di fronte un prisma ottico mostra una sola immagine, e se non si fa un passo a sinistra e uno a destra, le altre due restano invisibili – il che, in caso di “verità” e “segreti della natura” che “dovrebbero tacere”, può venir buono per farli tacere e parlare al tempo stesso.” Visto di fronte è dunque la storia di amore e di politica narrata da Plutarco. Visto di sbieco ci spinge a decifrare “l’infinito libro di segreti della natura”. Per trovare un corrispettivo dell’infinito amore di Antonio “bisogna per forza scoprire un nuovo cielo e una nuova terra”, e a chi è disposto a lavarsi il cervello col forte vino d’Egitto, Dioniso rivela “un mondo che gira” proprio come quello che l’umanità si stava preparando a scoprire». Un breve appunto su ordine e disordine / Valter Malosti FILONE La demenza del nostro generale oltrepassa ogni misura: i suoi occhi che mandavano bagliori di fuoco sulle schiere e le adunate di guerra, riflessi sul metallo come un Marte, ora son volti su quella egiziana, e il suo gran cuore di capitano, che in battaglia faceva saltar via le fibbie della corazza sul petto, rinnega sfrenato ogni temperanza, è diventato il mantice e il ventaglio che rinfresca i bollori d’una zingara lussuriosa. Guarda bene la scena Vedrai uno dei tre pilastri del mondo trasformato nel buffone d’una puttana. Fa’ attenzione e guarda. Mi hanno sempre colpito leggendo e rileggendo Antonio e Cleopatra, la prima e l’ultima scena ma non capivo esattamente il perché. Mi sembravano due scene, stavo per dire due inquadrature, non rilevanti. Nella prima scena uno degli ambasciatori arrivati da Roma per avere un colloquio con Antonio parla del grande generale come se fosse un vecchio demente, disordinato, libidinoso, perso dentro l’amore per la “zingara” Cleopatra, e d’altra parte gipsy arriva proprio da egyptian, così come il nostro italiano “gitano”, che è il latino aegyptanus, da Aegyptus «Egitto», e con questo ultimo appellativo Antonio chiamerà Cleopatra all’interno della tragedia shakespeariana. Nella scena che chiude la tragedia osserviamo invece il vincitore Cesare Ottaviano davanti al corpo esanime di Cleopatra che incita al “massimo ordine”. Antonio e Cleopatra inizia dunque col massimo disordine in atto, in cui eros vive insieme a thanatos in un baccanale egiziano e convive con le guerre e la res pubblica e il potere, ma tutto questo sconvolgimento del mondo svanisce con la morte dei due amanti “senza pari”. L’ultima inquadratura appartiene a Cesare Ottaviano che, dopo la beffa politica del suicidio di Cleopatra, concede ai due una imperitura tomba comune ed esige dai suoi il “massimo ordine” relativamente al rito di sepoltura con tutto l’esercito schierato. Massimo ordine che vuole cancellare per sempre il massimo disordine. Ed è, istintivamente, proprio dall’immagine per me ineludibile di questa tomba-monumento che è iniziata la nostra ricerca su Antonio e Cleopatra. Ho chiesto a Margherita Palli di creare una scena-tomba, con gli strati della storia (millenari) visibili, è un mausoleo di oggi che ospita tombe antiche di antichi ospiti, i fantasmi, le ombre come Shakespeare le chiamava, che sono l’essenza del teatro. Sono dei morti che qui ci parlano con una pienezza di vita e una presenza più viva della vita, grazie alla poesia. I. L'invertito gusto e invertibile anche del veleno che hai cercato, distribuito, amato, quell’odiosa, sadica mania di far che la materia dell’arte sia come la gola l’attimo prima che una mano la stringa o nelle vene infetti l’aspide-siringa la funesta bava-droga, l’attimo, l’ora, l’eternità, forse, prima che Cleopatra muoia II. Chi ha quaggiù dipinto e amato che non desiderasse nell’un tempo l’assassinio di sé e dell’amante, una morte comune, fosse pur pitturale, insieme, a due, l’agonie mie, le sue... Giovanni Testori, Francesco Cairo, da Maddalene, Franco Maria Ricci, 1989 Personaggi e interpreti - Anna Della Rosa Cleopatra - Valter Malosti Antonio - Danilo Nigrelli Enobarbo - Dario Battaglia Cesare Ottaviano - Massimo Verdastro Indovino - Paolo Giangrasso Messaggero di Cleopatra - Ivan Graziano Agrippa - Noemi Grasso Incanto - Dario Guidi Eros - Flavio Pieralice Messaggero di Roma - Gabriele Rametta Soldato di Antonio - Carla Vukmirovic Ottavia Valter Malosti, regista, attore e artista visivo, dirige dal maggio 2021 Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Nazionale e in precedenza la Fondazione Teatro Piemonte Europa e la compagnia indipendente Teatro di Dioniso. Gli spettacoli di Malosti hanno ottenuto, tra gli altri, il premio internazionale Flaiano per la regia di Venere in pelliccia di David Ives nel 2017, il Premio Ubu 2009 per la regia di Quattro Atti Profani di A. Tarantino e quello dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro sempre per Quattro Atti Profani e per Shakespeare/Venere e Adone. Nel 2004 Inverno di Jon Fosse ha ricevuto il Premio Ubu per il miglior testo straniero messo in scena in Italia. Del 2004 è il premio Hystrio per la regia di Giulietta di Fellini. Nel 1992 Malosti ha ricevuto una menzione speciale al Fringe Arts Festival di Melbourne come miglior performer interpretando Ella di H. Achternbusch in lingua inglese. Del 2019 è la nomination ai Premi Ubu per la regia e il progetto sonoro di Se questo è un uomo di Primo Levi. Malosti ha diretto opere di Nyman, Tutino, Glass, Corghi e Cage, spesso in prima esecuzione, e per il Teatro Regio di Torino Le nozze di Figaro di Mozart. Ha al suo attivo diverse regie radiofoniche per Rai Radio3. Tra i suoi progetti più recenti la regia d’opera de Il viaggio di G. Mastorna di Matteo D’Amico da Fellini e Lazarus di David Bowie e Enda Walsh. Come attore Malosti ha lavorato per quasi un decennio con Luca Ronconi, e al cinema con Mimmo Calopresti, Franco Battiato e Mario Martone. È stato Manfred (Schumann/Byron) per la direzione d’orchestra di Noseda. Ha diretto la Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino dal 2010 al 2018. Per la collana di Poesia di Einaudi Editore è uscita a fine novembre 2022 la sua traduzione de I Poemetti di William Shakespeare. Per la direzione di ERT / Teatro Nazionale nel 2023 ha ricevuto il Premio Enriquez e la Targa Volponi. Anna Della Rosa, diplomata alla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi, si specializza con Luca Ronconi e Massimo Castri. Debutta con Peter Stein al Teatro Greco di Siracusa e nei più importanti teatri antichi d’Europa. È protagonista diretta da Toni Servillo, Luís Pasqual, Pascal Rambert, Valter Malosti, Martin Kušej, Marco Bellocchio, Andreè Shammah, Marco Baliani, Davide Livermore, Veronica Cruciani, Simone Toni e Jacopo Gassmann, per il quale è Ifigenia nell’Ifigenia in Tauride al Teatro Greco di Siracusa nel 2022. Per il ruolo di Giacinta ne La Trilogia della Villeggiatura diretta da Toni Servillo, vince il Premio ETI Gli Olimpici del Teatro come migliore attrice emergente e il Premio Virginia Reiter, per la sua interpretazione in Blackbird diretta Luís Pasqual, riceve il Premio Marisa Bellisario e il Premio Duse come migliore giovane attrice di teatro e il premio Internazionale “Amici di Milano per i giovani”. È finalista al Premio Ubu come miglior attrice nel 2008 per il ruolo di Giacinta e nel 2021 per le sue interpretazioni di Cleopatràs di Giovanni Testori con la regia di Valter Malosti e di Sorelle, scritto e diretto da Pascal Rambert. È la voce di Via col vento di Margaret Mitchell e di Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, audiolibri prodotti da Storytel. È la Ragazza Esangue ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Premio Oscar 2014 come miglior film in lingua straniera. Nella stagione 2023/2024 debutterà̀ in Durante, testo e regia di Pascal Rambert. Ha interpretato di recente al Nuovo Teatro delle Passioni di Modena Erodiàs + Mater strangosciàs, il progetto di Sandro Lombardi, storico interprete dei Tre lai di Testori, nato come un ideale passaggio di consegne da attore ad attrice (prodotto da ERT / Teatro Nazionale). Riprende inoltre Accabadora, dal romanzo di Michela Murgia, drammaturgia di Carlotta Corradi e regia di Veronica Cruciani, una co-produzione ERT con Savà srl. Tournée - 10-14 gennaio 2024, Teatro Storchi, Modena - 17-21 gennaio 2024, Teatro Arena del Sole, Bologna - 23 gennaio 2024, Teatro Asioli, Correggio - 25-28 gennaio 2024, Teatro Alighieri, Ravenna - 31 gennaio - 4 febbraio 2024, Teatro Sociale, Brescia - 8 -11 febbraio 2024, Teatro Comunale Bolzano - 13-18 febbraio 2024, Teatro Carignano, Torino - 22-25 febbraio 2024, Teatro Ivo Chiesa, Genova - 2-10 marzo 2024, Teatro Bellini, Napoli - 14-17 marzo 2024, Teatro Goldoni, Venezia - 20-21 marzo 2024, LAC – Lugano Arte Cultura - 4-9 giugno 2024, Piccolo Teatro Milano – Teatro d’Europa Informazioni - Teatro Storchi - Largo Garibaldi 15 – Modena - dal 10 al 14 gennaio 2024 - mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30 | sabato ore 19.00 | domenica ore 16.00 Conversando di Teatro Sabato 13 gennaio alle ore 16.30 al Teatro Storchi, incontro con Valter Malosti, Anna Della Rosa e Nadia Fusini, moderato da Enrico Pitozzi. Vengo anch’io! Laboratori creativi per bambin* mentre i grandi sono a teatro. Sabato 13 gennaio alle ore 19.00 è in programma il laboratorio di Movimento e Danza a cura di Centro Danza La Fenice: sarà un modo diverso per prendere confidenza con il movimento attraverso il gioco e la fantasia. Due esperte proporranno attività ludico motorie che associano suoni e colori ai movimenti proposti. Creatività, fantasia e ricerca saranno i filoni principali del laboratorio. Il costo di ogni appuntamento è di 7 € per bambin*, (10 € in tutto se i/le bambin* sono 2), oltre al prezzo (ridotto del 20%) del biglietto dello spettacolo per i genitori, ridotto al 20%. Disponibilità limitata e fino a esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria: 059.2136021 – [email protected] Audiodescrizioni La replica di Antonio e Cleopatra di domenica 14 gennaio alle ore 16.00 sarà audiodescritta, grazie alla collaborazione con Centro Diego Fabbri di Forlì nell’ambito del progetto Teatro No Limits. L’audiodescrizione è realizzata con il sostegno del Banco S. Geminiano e S. Prospero. Biglietteria Tel. 059 2136021 | [email protected] Aperta dal martedì al sabato ore 10.00 – 14.00; martedì e sabato anche ore 16.30-19.00 Vendita online al seguente link e a questo link Prezzi: da 7€ a 27 € ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Isabella Ferrari innamorata persa di Torino: «Non è un luogo che si abbandona»
Dopo due mesi di permanenza stabile a Torino, Isabella Ferrari, 59 anni, ha dichiarato di essere rimasta colpita dalla città di Torino e di essersene innamorata perdutamente. L’attrice è arrivata in città per la sua partecipazione allo spettacolo di successo “La ragazza sul divano” del norvegese Jon Fosse per la regia di Valerio Binasco, andato in scena al Teatro Carignano dal 5 al 24…
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16/07/2020 - 31/07/2020 #Comaneci+Mara Cerri
Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e la composizione del concerto di Comaneci e Mara Cerri
Anguille è un progetto di residenza condiviso da L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna.
L’anguilla rappresenta un enigma. È pesce ma anche altro, serpente, verme, mostro marino. La sua enigmaticità muove curiosità e diventa eco di interrogativi comuni a molti. La figura dell’anguilla spinge a perseverare nella ricerca, a prescindere da quanto tempo sia necessario o da quanto disperata sia l’impresa. La sua vita è un dilemma che spinge i ricercatori all’ostinatezza.
I lavori di Comaneci e Mara Cerri sono accomunati da una suggestione onirica, che conduce il fruitore in una dimensione altra, nella quale poter vagare tra forme note e illusioni, tra il tangibile e il subcosciente. Il progetto di collaborazione nasce dalla volontà di trovare punti di contatto tra musica, parole e immagini in movimento, in cui i rispettivi immaginari possano coesistere, contaminarsi a vicenda, e creare un territorio comune. Il lavoro mira all’elaborazione di forme sottilmente illusorie, all’apparizione di pareidolie momentanee e in costante movimento, le quali anziché risolvere l’ambiguità del presente lo rendano ancora più misterioso.
Muovendo da queste suggestioni Comaneci e Mara Cerri lavoreranno insieme all’elaborazione di nuovi materiali per la creazione di un concerto spettacolo audiovisivo.
Comaneci formazione musicale che nasce nel 2005 a Ravenna fondata da Francesca Amati, alla quale dal 2009 si affianca Glauco Salvo con chitarra e banjo. Seguono una lunga serie di concerti in Italia e all’estero accompagnati tra il 2009 e il 2012 dalla produzione di due dischi. Dal 2017 il batterista Simone Cavina entra in pianta stabile nella formazione.
Mara Cerri è una illustratrice nata a Pesaro nel 1978. Tra gli albi illustrati che ha pubblicato con la casa editrice Orecchio acerbo: Via Curiel 8 e A una stella cadente di cui è autrice anche dei testi, Il nuotatore di Paolo Cognetti, La pantera sotto il letto di Andrea Bajani, E non mi fermo di Albino Pierro. Occhi di vetro dei Fratelli Mancuso per Else Edizioni e La spiaggia di notte di Elena Ferrante per E/O edizioni. Per Einaudi ha illustrato il Millennio dal titolo I libri di Oz, tradotti e raccontati da Chiara Lagani. Il corto animato Via Curiel 8, realizzato in collaborazione con Magda Guidi, ha vinto nel 2011 la sezione Corti Italia del Torino Film Festival. Per il cinema ha disegnato il manifesto del film di Alice Rohrwacher Lazzaro felice e A sud di Pavese di Matteo Bellizzi.
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La scuola di recitazione di Paolo Azzurri in Via Cavour 12 a Firenze
Un nuovo tentativo di avviare una produzione cinematografica anche in Toscana, fu fatto nel 1908 con l’avvio di una societa’ collettiva a nome Ireos, con teatro di posa coperto situato sulla terrazza - tetto di uno stabile al n.13 di via Spontini . Disponeva anche di una sala cinematografica, di un camerino per gli artisti e di un laboratorio con sistema Pathe’ . Nel corso del 1909 la Ireos realizzo’ una quindicina di pellicole, alcune ‘dal vero’ e alcune a soggetto, comico o drammatico, ma di queste pellicole non ce n’e’ traccia nelle fonti dell’epoca, percio’ si suppone che non ebbero circolazione causa scarsa qualita’ e la societa’ chiuse i battenti nel 1910. Furono fatti alcuni tentativi di riaprire lo stabilimento, ma nonostante gli investimenti in personale qualificato, le pelicole girate si contano sulle dita di una mano e non ebbero circolazione. A differenza di altre citta’ in Toscana mancavano le riviste specializzate, i capitali , gli imprenditori e, forse, come dimostrano i fallimentari e comunque sempre limitati tentativi degli anni a seguire, un vero e proprio entusiasmo per il nuovo mezzo di comunicazione, come c’era ad esempio a Torino.
Nel 1919 nasce in via Vecchietti 7 a Firenze la Casa Editrice Cinematografica G. Montalbano, fondata da un conte fiorentino . Sono in tutto 5 le pellicole che produce, due feuilleton e due bozzetti educativi per l’infanzia, tutti recensiti sulla stampa locale dell’epoca. Il quinto film, Il Grido dell’Aquila puo’ essere considerato il primo film di propaganda fascista. Girato a Settignano, la storia inizia dalla disfatta di Caporetto e racconta le vicende del giovane Beppino, che si oppone agli scioperanti in fabbrica e partecipera’ alla marcia su Roma. Il film fu programmato per uscire nelle sale il 28 ottobre del 1923 in occasione del primo anniversario della marcia, ma accolto poco entusiasticamente dalla critica, spari’ dalla circolazione.
Fonte :
La Toscana e il Cinema, a cura di Luca Giannelli, edizione fuori commercio della Banca Toscana, 1994
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#StoriaDiUnCampione. 100 anni di #FaustoCoppi: illustrazione di @guascoriccardo per un progetto della #RegionePiemonte, realizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, in collaborazione con DMO Piemonte Marketing e Piemonte Dal Vivo, con la partecipazione di Alexala – Agenzia Turistica Locale della provincia di Alessandria, Comune di Castellania, Comune di Novi Ligure, Comune di Tortona, Camera di Commercio di Alessandria, Casa Coppi, Comitato Colli di Coppi, Comitato Sestriere Bike, Comune di Cuneo, Consorzio Turistico Terre di Fausto Coppi, Museo Alessandria Città delle Biciclette, Museo dei Campionissimi, Veloce Club Tortonese. 🚵🏻♂️ 🚵🏻♂️ 🚵🏻♂️ #Coppi #CentovolteCoppi #Castellania #bici #cycling #campionissimo #cyclinghistory #campioniditalia #bycicle #bianchi #Giro #TDF https://www.instagram.com/p/BubBzRZlS0n/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=4te9me5548ih
#storiadiuncampione#faustocoppi#regionepiemonte#coppi#centovoltecoppi#castellania#bici#cycling#campionissimo#cyclinghistory#campioniditalia#bycicle#bianchi#giro#tdf
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